Livio Felluga

Sharis Livio Felluga - 1.5l

Tipologia

Vino

Tipologia 2

Bianco

Alcol %

13

Formato

1.5l

Temperatura di servizio

10-12°C

Annata

2022

Vitigni

Chardonnay (70%%), Ribolla Gialla (30%%)

Scheda tecnica Sharis Livio Felluga - 1.5l

L’essenza di Sharis, espressa da varietà tradizionali quali Ribolla Gialla e Sauvignon, e cultivar internazionali come lo Chardonnay, rappresenta la bellezza del Friuli Venezia Giulia nella sua diversità.
Delicatamente diraspata, l’uva viene sofficemente pressata ed il mosto così ottenuto viene chiarificato tramite decantazione. Segue la fermentazione a temperatura controllata in recipienti di acciaio inox. A fine fermentazione il vino viene mantenuto alcuni mesi sui lieviti, per aumentarne sapidità, cremosità e vocazione all’invecchiamento. Una volta imbottigliato, il vino riposa in locali termocondizionati per l’affinamento.

Colore

Giallo paglierino con lievi riflessi verdolini.

Sapore

In bocca il vino risulta corposo e ben bilanciato. Note di frutta esotica si legano armoniosamente ad una vivace nota sapida. Fresco e di buona persistenza. Chiude piacevolmente minerale.

Profumo/Olfatto

Profumi freschi ed intensi di fiori bianchi e frutta gialla. Spiccati sentori di gelsomino, mughetto e tiglio regalano al naso carattere ed eleganza. Note fruttate di pesca gialla, ananas, scorza di limone e tè verde si fondono ad un accenno delicatamente balsamico

Cantina

Livio Felluga
Nome unico nel panorama produttivo italiano, nonché simbolo stesso di una regione e dei suoi vini, è facile intuire quanto la storia di Livio Felluga si intrecci con quella di tutto un territorio. Una storia, questa, che ha come protagonista una famiglia sopravvissuta a due guerre mondiali, la quale ha assistito al cambiamento dei confini intorno a sé, per poi decidere di stabilirsi sui dolci contrafforti delle colline del Friuli. È qui che, non lontano da Cormòns in provincia di Gorizia, Livio Felluga dovette intraprendere una nuova battaglia per far risorgere la collina, convinto che solo la rinascita della coltivazione di qualità poteva riportare la vita nella campagna friulana. Con grande coraggio cominciò a risistemare i vecchi vigneti e a impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi innovativi. Un lavoro duro, fatto di caparbietà e passione, che lo porteranno nel corso degli anni a creare una delle più belle e significative realtà aziendali della Penisola, acquisendo a pieno diritto il titolo unanimemente riconosciutogli di rifondatore della tradizione vitivinicola friulana. Attualmente l’azienda può contare su una vasta superficie vitata, che dalla denominazione del Collio fino ad arrivare a quella dei Colli Orientali del Friuli, copre circa 155 ettari. In vigna, le varietà che si incontrano sono sia autoctone che internazionali, per cui abbiamo il friulano e il pinot bianco, lo chardonnay e la ribolla gialla, il sauvignon blanc e il pinot grigio, il picolit e il refosco, il pignolo e il merlot. Uve che sono trasformate in quelli che vengono ormai chiamati come i “vini della carta geografica”, da sempre riprodotta in etichetta e raffigurante una vecchia mappa dei poderi aziendali. E allora ecco prendere vita il “Vertigo”, il “Nuaré” e lo “Sharis”, poi via via tutti gli altri, fino ad arrivare al “Terre Alte”: vini figli di una cantina che ancora oggi brilla per la qualità e per il carattere territoriale che riesce a esprimere, vera e propria ambasciatrice dei migliori bianchi friulani - e quindi italiani - in tutto il mondo.